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Il logo non è un segno, ma lascia il segno.

Esiste una diffusa sottovalutazione del logo. Così diffusa da respirarla per strada, ogni giorno, osservando insegne, cartelli e simboli d’impresa dalle ali tarpate. 

Diversi studi di neuromarketing hanno verificato e testato le nostre reazioni a livello neurale difronte a un logo. In particolare, si è scoperto che alcuni brand di successo generano attività neurali proprio nelle stesse aree dove si sviluppa l’attività in caso di fede religiosa. Altri generano attività nei campi della ricompensa, della sicurezza e così via. Altri ancora attivano l’area dell’antipatia.

Il termine neuro spesso può evocare la manipolazione mentale, invece queste conoscenze ci permettono di non essere manipolati e a come comunicare in modo strategico la nostra visione e i nostri valori utilizzando mezzi efficaci: 

  • Meme: replicatori d’informazione.

 “Come i geni si propagano nel pool genetico, di corpo in corpo, così i meme si propagano, di cervello in cervello, tramite un processo che si definisce imitazione.”  – Richard Dawkins

  • Marcatori somatici: scorciatoie decisionali del cervello, che collegano un’esperienza emozionante ad una reazione specifica. Scoperti da Antonio Damasio e portata nel mondo del marketing per prima da Martin Lindstrom.
  • Perceived justification symbol: Simboli, forme, colori che il nostro cervello giustifica con una reazione di sensazione tradotta dalla nostra percezione. 

Identità unica, codici universali.

Secondo Eldoradica Lab, proprio grazie a queste conoscenze, la creazione del Logo-Simbolo è riservata a pochi esperti, ma la sua comprensione è riconosciuta da tutti perché basata su codici universali registrati nel nostro inconscio. 

La creazione del Logo, secondo noi, si fonda quindi sulla ricerca, integrazione ed elaborazione di diversi elementi fino a forgiare un’identità unica, distintiva e memorizzabile dalle persone che fanno parte del mercato. 

Per fare chiarezza ricordiamo che: 

  • Lettering è l’espressione grafica della scrittura del nome dell’impresa 
  • Simbolo è il segno grafico-simbolico che identifica l’impresa  
  • Logo è l’insieme di Lettering e Simbolo. Tuttavia, può essere rappresentato con il solo Lettering. 

Per questo il Logo non è un segno, ma un insieme di segni, significati simbolici, colori che a livello inconscio esprimono coerenza alla Visione dell’impresa. Per questo, a nostro parere è un’esortazione al Silenzio. Se non si ha nulla da dire, è meglio tacere. È meglio evitare scelte sbagliate e depotenzianti. 

I segni e i loro significati.

Parliamo dei segni e dei loro significati. 

Nei geroglifici egizi quando il faraone è scolpito con il piede sinistro in avanti, al suo fianco è rappresentato il passato, ovvero le opere e le gesta che ha compiuto. Quando invece il faraone è scolpito con il piede destro in avanti, al suo fianco è raffigurato il futuro, ovvero i suoi programmi e i suoi progetti. Il logo tiene conto delle due direzioni vettoriali per esprimere in modo universale lo spirito e la coerenza dell’impresa. La freccia verso sinistra, per esempio, non è vista in modo negativo se coerente; infatti se vendo prodotti che ringiovaniscono, allora la freccia verso il passato esprime il significato dell’impresa. 

Le altre due direzioni nord e sud indicano rispettivamente il successo, l’aspirazione, la positività, l’ascesa oppure la caduta, la sconfitta, il decadimento, la profondità. Al tempo dei romani, quando l’imperatore assisteva ai duelli tra gladiatori, il pollice rivolto verso l’alto o verso il basso era segno vita o di morte. 

Esempio. 
Questo simbolo di una nota casa automobilistica, creato ignorando queste regole universali, a livello inconscio può dare un messaggio di mediocrità. La linea all’interno del cerchio prima va avanti, poi torna indietro e infine va avanti ma a un livello sempre inferiore. 

Esistono anche segni che hanno tutt’altro ruolo, come i segnali stradali che forniscono indicazioni sintetiche, utili e precise. Il logo svolge un ruolo molto diverso perché identifica l’impresa, tra altre imprese, con lo scopo di distinguersi in modo chiaro, estetico, matematico e emotivo. Il segnale stradale indica, il logo trasforma emozioni. 

Esempio.
Ferrari non si occupa di equitazione (cavallo informativo), ma il suo cavallo evoca la potenza del motore (cavallo emotivo). 

In conclusione, siamo noi, con i nostri programmi mentali e il nostro sistema operativo, a prendere decisioni, aiutati dai simboli che le attivano e le giustificano. 

Il logo coerente.

La maggior parte delle imprese ha un logo che va contro gli interessi dell’impresa stessa. Persone che infondono competenza e passione che ottengono risultati mediocri rispetto a quelli che conseguirebbero con un marchio coerente alla Visione d’impresa, ai segni archetipici e i simboli presenti nell’inconscio collettivo.  

Il restyling è un processo intenso che parte dalla comprensione dell’organismo interno dell’impresa. Grazie al restyling si ottiene, a volte con modifiche minime, il raggiungimento delle piene potenzialità dell’impresa

Il logo è il tuo eroe portagli rispetto e sarà rispettato. Forgialo con tutte le conoscenze scientifiche e spirituali e sarà con te nelle missioni impossibili. Conferisci valore e quel valore diverrà esponenziale. – Fabio Zancanella 

Bibliografia: Neuromarketing di Martin Lindstrom, Buylogy di Martin Lindstrom; Il gene egoista di Richard Dawkins; L’errore di Cartesio di Antonio Damasio; L’uomo e i suoi simboli di Carl Gustav Jung. 

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