Oggi la vendita chiede un rito nuovo: il rito del tea.
Visitando i negozi si vede meno gente all’interno, ma con intenzioni d’acquisto più forti di prima. Oggi c’è più tempo nella relazione di vendita, c’è il tempo per il rito del tea con il cliente. Ci si può anche relazionare senza il calore della mani che si incontrano, ma con l’abilità di far toccare, idealmente, con mano.
Mettendo la giusta distanza, senza farsi strada tra la ressa, e usando il giusto tono di voce, senza urlare per il caos, il rito del tea si fa con calma, con amore, con delicatezza.
Diviene una carezza dell’anima, un bacio, che nel cerimoniale della vendita abbiamo chiamato K.I.S.S.: Keep It Short & Simple.

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Il semplice come complice. La semplicità è la saggezza di chi riduce il tanto in poco, è il lusso di chi sa tanto e può semplificare.
Voltaire un giorno si scusò con un amico per avere scritto una lettera di molte parole: “Sono stato lungo perché non avevo tempo per essere breve.”
Questo è il significato dello short, in cui il breve diventa semplicemente intenso.
La distanza diventa un modo più elegante di vivere la vicinanza delle relazioni, un nuovo modo di manifestare il rispetto.
Nel film “L’eleganza del riccio” l’eleganza permette agli aculei di una vedova di non andare solo verso il dolore, il rimpianto e il lamento, ma in particolare verso lo stimolo ad esplorare ogni sfaccettatura della propria autenticità, imparare a vedere le sfumature che le abitudini e la fretta ci fanno perdere. Le spine del covid sbocciano come un regale invito ad essere più gentili e garbati nelle relazioni e rendere l’importante, improntante.
Per sigillare questo pensiero chiamiamo in aiuto Arthur Schopenhauer che sembra aver scritto, a proposito del riccio, qualcosa di molto opportuno per descrivere la situazione attuale.
“Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali. Questo finché non riuscirono a trovare una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”.
Molti di noi sono stati abituati fin da piccoli a tenere posizioni nette, o bianco o nero, o vicino o lontano. Sembra che schierarsi a priori sia perciò più facile che analizzare le cose seguendone le progressive sfumature! Pensa se esistesse invece un vicino-lontano. Schopenhauer forse voleva dirci proprio questo: tieni il cliente al sicuro, garantendogli il calore della relazione attraverso parole chiare e semplici gesti.
La scienza ci offre uno spunto suggestivo con la teoria del cervello trino di Paul McLean.
Le tre parti funzionali del cervello che sono protagoniste occulte di ogni azione di vendita:
- il rettiliano sede dei bisogni primari, come respiro, temperatura e circolazione.
- il limbico dedicato alle emozioni, alla socialità e alla memoria.
- la neocorteccia con cui prendiamo scelte razionali e compariamo le opzioni attentamente.

Ebbene, i porcospini hanno freddo, cioè soffrono di un bisogno rettiliano, ma non hanno tempo di prendere una decisione ragionata perché morirebbero assiderati. I loro aculei sono i modi bruschi dettati dal cervello rettiliano che prima attacca involontariamente e poi scappa lontano, mentre il cervello limbico reclama calore affettivo per sopravvivere al rigido inverno sottoterra.
Ecco che essi trovano quell’armonia, definita dagli antichi “l’aurea via di mezzo”, capace di calmare la rabbia, la paura e al tempo stesso di fargli superare la situazione di stress costruendo un nuovo scenario emotivo.
La vendita a distanza non è lontana se ci appoggiamo al rito del tea breve e inteso e alla l’eleganza del riccio vicina e lontana allo stesso tempo.
Il tema non si esaurisce certo qui. Il panorama potenziale è così vasto e così profondo il pozzo da cui attingere. Oggi abbiamo portato alla luce solo alcune immagini per riflettere su questo periodo che chiede più sensibilità, che speriamo vivamente resti per sempre un messaggio di gentilezza.
La vendita, che ha intenzione di dare visione e valori e di far star bene l’altro, è un processo altruistico. Se diventasse memoria, questa corona virale ci lascerebbe in eredità anche qualcosa di buono: il capovolgimento dallo sterile meccanismo della vendita consumistica, che consuma la natura e l’umanità, ad uno più rispettoso e creativo di relazioni, al fine di vederci parte di un sistema più grande del solo ego personale.

Grazie a questo periodo anche noi abbiamo rivisto il nostro cerimoniale e abbiamo creato un nuovo rito. Un rito Twin (gemello) in cui l’altro diventa specchio gemello del mio agire intenzionalmente per il meglio anche dell’altro. Alla fine si toglie la T a twin e resta win. Quel famigerato concetto del “win win” di cui tanto si parla e poco si fa.
Confidiamo di avere portato una riflessione a favore di una rivisitazione dei vostri rituali, seguendo l’assioma: il semplice come complice. Rinforziamo la dose ricordando il noto “Rasoio di Occam”:
Inutile fare con più, ciò che si può fare con meno.